Storia
Storia di Casale Marittimo
Ultima modifica 29 gennaio 2024
“A mano destra si stacca una propaggine di collina, che si estende verso il mare, e nel cui ultimo dorso è situato il moderno Casale”. Giovanni Targioni Tozzetti, viaggiatore ed erudito, a metà del ‘700, dava evidentemente voce alla tradizione secondo cui erano esistiti due castelli: Casalvecchio, il cui nome è rimasto ad indicare una collina a sud-est dell’attuale paese, e Casalnuovo, l’odierno Casale Marittimo. La zona, ricca di acque minerali, di selvaggina, di sale, insieme alla mitezza del clima, aveva del resto favorito fin dai tempi più antichi l’insediamento umano.
E proprio sulla collina di Casalvecchio gli scavi archeologici hanno riportato in luce i resti di un villaggio etrusco del VII sec. a.C., e gli edifici di un secondo insediamento, stabilitosi nel IV sec. a.C. Ma la scoperta più straordinaria è quella della necropoli di Casa Nocera, un complesso di sepolture, di età orientalizzante, appartenute ai principi guerrieri etruschi, che dominavano la zona. Al VI sec. a.C. risale la tholos delle Poggiarelle, un eccezionale esempio di architettura funeraria etrusca, scoperto nel 1896.
L’epoca romana ha lasciato le sue vestigia nella villa della Pieve, dai cui scavi vengono molti materiali riutilizzati in vari edifici del paese: tra tutti spiccano le zampe di leone reimpiegate nel trono della chiesa di Sant’Andrea.
Nel 1551 Casale aveva 245 abitanti e, nel secolo successivo, sappiamo che dovette rafforzare le difese contro le incursioni dei pirati. Critico anche il quadro sanitario se nel 1709 "fu proposto come sarebbe stato molto necessario munirsi all'occasione di un medico, stante l'aria cattiva, e le multità dei malati che spesso ne muoiono miseramente". La situazione, tuttavia, dovette migliorare rapidamente: nel 1742 il Targioni Tozzetti definiva Casale “il più grosso, e più salubre castello di tutto il Marchesato.
La ragione della salubrità è non solamente una vicina Fontana d'acqua buona, come anche la situazione favorevole in uno sporto di Collina elevata, e benissimo ventilata”. Nel 1854, con la progressiva bonifica della palude costiera, gli abitanti erano saliti a 1070. Fino al 1862 chiamato Casale nelle Maremme, dal 1862 al 1899 il paese prese il nome di Casale di Val di Cecina e solo nel 1900 quello di Casale Marittimo.
Nel 1936 il numero degli abitanti raggiunse il limite massimo di 1583, ma negli anni '50 iniziò l'emigrazione verso i centri di pianura in rapido sviluppo industriale. Nel 1971 si era scesi a 837 unità e, da allora, il rischio dell'abbandone è stato superato sia per il "ritorno" di molti abitanti sia per l'arrivo di turisti stranieri: così come è avvenuto nei poderi dei dintorni dove è ripresa, in termini di qualità, la coltivazione tradizionale di cereali, olio e vino indirizzata soprattutto al turismo, attuale prevalente fonte di reddito per un paese tranquillo, adagiato su una collina a 214 metri s.l.m. che domina un vasto panorama della costa tirrenica. Il mare, le spiagge, le pinete distano solo 12 km e sono ben visibili le isole dell'arcipelago toscano.